Trasportava aria.
Teneva le mani chiuse su se stesse, strette strette, come dovesse proteggere chissà quale misterioso oggetto preziosamente delicato, invece dentro quello scrigno preservante custodiva aria...
Ogni tanto si fermava e agitava il suo fantomatico forziere vicino alle orecchie, per sentirne la presenza all'interno e assicurarsi che nulla gli era sfuggito, eppure era solo aria.
Lo guardavo a distanza incuriosita da quel gesto, mi avvicinai e mi accovacciai alla sua altezza sorridendogli dolcemente:
"Cosa nascondi dentro le tue manine?" "Nulla!" rispose lui nascondendole dietro la schiena.
Insistei, ma senza fare pressioni, allora mi disse con una tenera vocina da birba, mischiata a un tono di assoluta tenerezza ed innocenza insieme:
"Lo sai tenere un segreto?" E mi guardava con quegli occhioni neri da furbetto.
"Mi hanno lanciato un bacio da lontano... lo sto tenendo stretto, lo voglio mettere nel mio nascondiglio segretissimo e tenerlo fino a quando divento grande, allora prenderò questo bacio, tornerò da chi me l'ha mandato e le chiederò di darmelo davvero. Se Lei vorrà sarà mia per sempre, altrimenti lo lascerò volare"...
Sorrisi esterrefatta da tutta questa convinzione e gli diedi un bacio sopra la fronte poi gli dissi:" tieni stretto il tuo tesoro, e almeno per adesso tieni stretto anche te stesso, così, come sei adesso, e vedrai che di baci te ne manderanno tanti."
stilizzato nel suo apparir senza colori, arguto nei recessi più segreti ove tutto può accadere
giovedì 27 giugno 2013
mercoledì 26 giugno 2013
Lenzuola di seta
Lasciava
intendere che tutto facesse parte di un gioco. Non specificava mai
però qual'era il suo vero pensiero. Sembravamo pedine sopra una
scacchiera fatta di seta, che spesso faceva inciampare sopra le
grinze, precipitando sempre, comunque, sul morbido campo fatto di
piume.
Senza accenni alcuni di inutili parole ci si affrontava diretti in quegli incontri fatti di mani decise sopra la pelle bramante. E poi si cadeva, troppo spesso per lasciar indefinito lo scontro. Nel tacito assenso tutto scivola, è l'inciampar che rende l'obbligo di definire. Così tentai di definir la regole del gioco, mettendo dei punti precisi a distender la seta, ma allungava la mano e buttava i miei punti lasciandoli sopra un pavimento ricoperto da un colorato tappeto. E disse:
"io non sto giocando!"
E riprese l'incontro fra mani.
"Se non stai giocando, allora che stiamo facendo?"
"Ti prendo la mano..." Disse, prendendomi davvero la mano per appoggiarla sopra il suo petto dal bianco colore.
"E poi?" Gli chiesi lasciando scivolar la mano abbronzata dal calore di agosto.
"E poi cosa?.... Lasciamo che il silenzio accompagni il nostro ansimar fra gli scacchi. Non v'è alcuna ragion di spiegar cosa siamo, lascia che sia il corpo a parlar di ciò che desidera, senza porre confini che neanche vogliamo che esistano. Tutto ciò che vien dopo è solo ciò che ora, ancora non è successo"....
Senza accenni alcuni di inutili parole ci si affrontava diretti in quegli incontri fatti di mani decise sopra la pelle bramante. E poi si cadeva, troppo spesso per lasciar indefinito lo scontro. Nel tacito assenso tutto scivola, è l'inciampar che rende l'obbligo di definire. Così tentai di definir la regole del gioco, mettendo dei punti precisi a distender la seta, ma allungava la mano e buttava i miei punti lasciandoli sopra un pavimento ricoperto da un colorato tappeto. E disse:
"io non sto giocando!"
E riprese l'incontro fra mani.
"Se non stai giocando, allora che stiamo facendo?"
"Ti prendo la mano..." Disse, prendendomi davvero la mano per appoggiarla sopra il suo petto dal bianco colore.
"E poi?" Gli chiesi lasciando scivolar la mano abbronzata dal calore di agosto.
"E poi cosa?.... Lasciamo che il silenzio accompagni il nostro ansimar fra gli scacchi. Non v'è alcuna ragion di spiegar cosa siamo, lascia che sia il corpo a parlar di ciò che desidera, senza porre confini che neanche vogliamo che esistano. Tutto ciò che vien dopo è solo ciò che ora, ancora non è successo"....
martedì 25 giugno 2013
Ognuno di noi ha un petalo in una cornice fatta di vetro.
Stringeva
il cappio fra mani tremanti, guardava il lume che dall'alto chiamava, poi
d'istinto abbassò lo sguardo e vide che sopra la sua scarpa ancor bagnata dalla
pioggia s'era appiccicato un petalo di rosa rosso come il suo sangue che ancor
scorreva nelle sue vene. Aveva una forma di un cuore spezzato in un solo
angolo, ed in mezzo abbozzava la forma di un sorriso distorto.
Prese quel petalo e lo stese sopra al palmo della sua mano stanca.
Vide quel mezzo cuore prender una forma intera di cuore che pulsa, col sorriso ancor stampato e due occhi piccoli e neri che la guardavano intensi.
Si disse che forse quel cuore non doveva fermarsi quel giorno.
Buttò così quel cappio dietro al divano poggiò con grazia il suo cuore ancor pulsante sopra alla sedia ed accese quel lume come se dovesse scaldare quel cuore. Uscì di corsa da quella casa e andò a comprare una cornice di vetro trasparente affinché quel cuore sorridente assorbi tutta la luce di cui necessita...
Ancor oggi quel cuore è a contatto costante di una luce perpetua, ed anche quando i giorni sembran un po' più scuri di altri lo si sorprende respirare dentro quella cornice, aprir ancor più il suo sorriso anche se distorto e luccicar nel nero dei suoi piccoli occhi donando di nuovo lui stesso a quel nero giorno quella luce di cui necessita.
Ognuno di noi ha un petalo in una cornice fatta di vetro...
Prese quel petalo e lo stese sopra al palmo della sua mano stanca.
Vide quel mezzo cuore prender una forma intera di cuore che pulsa, col sorriso ancor stampato e due occhi piccoli e neri che la guardavano intensi.
Si disse che forse quel cuore non doveva fermarsi quel giorno.
Buttò così quel cappio dietro al divano poggiò con grazia il suo cuore ancor pulsante sopra alla sedia ed accese quel lume come se dovesse scaldare quel cuore. Uscì di corsa da quella casa e andò a comprare una cornice di vetro trasparente affinché quel cuore sorridente assorbi tutta la luce di cui necessita...
Ancor oggi quel cuore è a contatto costante di una luce perpetua, ed anche quando i giorni sembran un po' più scuri di altri lo si sorprende respirare dentro quella cornice, aprir ancor più il suo sorriso anche se distorto e luccicar nel nero dei suoi piccoli occhi donando di nuovo lui stesso a quel nero giorno quella luce di cui necessita.
Ognuno di noi ha un petalo in una cornice fatta di vetro...
VAFFANCULO
Un VAFFANCULO gridato al vento, per scrollarsi le spalle incrostate dal peso.
Un VAFFANCULO gridato fra denti digrignanti di rabbia che dallo stridio han cambiato la forma.
VAFFANCULOOOOO
Un VAFFANCULO gridato nel vuoto, perché tanto chi dovrebbe sentire neppure l'ascolta...
Un VAFFANCULO gridato fra denti digrignanti di rabbia che dallo stridio han cambiato la forma.
VAFFANCULOOOOO
Un VAFFANCULO gridato nel vuoto, perché tanto chi dovrebbe sentire neppure l'ascolta...
lunedì 24 giugno 2013
Ci sono abbracci che ti porti dentro tutta la vita.
A volte li tiri
fuori per spolverarli e, dopo che lo hai fatto, il loro calore ancora
riesce ad avvolgerti.Come fosse una coperta ti ci rannicchi dentro,
assaporando ancora il ricordo di quel profumo consolante. Non ci sono
molti abbracci così nella vita che ci hanno imposto. Averne anche uno da
stender sopra al letto, in quelle notti eterne in cui il freddo ti vien
direttamente da dentro, è una gran fortuna alla quale spesso non diamo
neppure l’importanza dovuta. Ce ne accorgiamo sempre quando è troppo
tardi e quell’abbraccio diventa solo un caldo e immenso ricordo.
L'oblio trasognante
Coprimi
di sogni inesplorati
tra falde
di universi indecifrati,
solleticando sensi d'infinito
per scorger quei divini assenti
dentro un mondo
che s'è perso.
Per ritrovar stellate
dimore a sguardo
sconosciute
e spogliarmi sotto luci
di svariate sfumature...
Fino a calar di luna
nell'ombre che distese
s'affacciano su porte
che di giorno stanno chiuse.
Avvolgimi di notte
tra l'oscuro prepotente
in cui lo sguardo è verso mentre l'illuso è dentro
di sogni inesplorati
tra falde
di universi indecifrati,
solleticando sensi d'infinito
per scorger quei divini assenti
dentro un mondo
che s'è perso.
Per ritrovar stellate
dimore a sguardo
sconosciute
e spogliarmi sotto luci
di svariate sfumature...
Fino a calar di luna
nell'ombre che distese
s'affacciano su porte
che di giorno stanno chiuse.
Avvolgimi di notte
tra l'oscuro prepotente
in cui lo sguardo è verso mentre l'illuso è dentro
domenica 23 giugno 2013
Ci son pensieri che nascono e basta
Privi di briglie si lasciano andare, in un solo frangete trattengo il
respiro ed ogni parola scivola come fosse olio sopra un manto stradale
fatto di carta. Riempio il mio foglio affinchè non sia vuoto come il
resto del mondo che mi guarda stupito....
Solstizio
Pazza
è la mente quando ha paura,
la senti tremar anche quando non trema
la guardi affannare in un mondo distante
seppur poi alla fine resta costante.
Dov'è la ragione che si sperde nel tempo?
ad ogni tremor si difende cadendo,
abbandona la piazza nel suo stesso silenzio,
sbriciolando il pensiero in un vuoto solstizio
la senti tremar anche quando non trema
la guardi affannare in un mondo distante
seppur poi alla fine resta costante.
Dov'è la ragione che si sperde nel tempo?
ad ogni tremor si difende cadendo,
abbandona la piazza nel suo stesso silenzio,
sbriciolando il pensiero in un vuoto solstizio
Attimi...
frangenti di tempo consumato
rubati al mondo
ostinato nella sua folle corsa
Attimi....
parentesi che racchiude istanti
come
fosse una porta
di una chiave dorata.
Attimi....
Dove il respiro si stringe
la pelle si mostra
in un momento sospeso...
Ma son solo attimi
che poi svaniscono
e tutto ritorna assimilato
nel persistente bizzarro
tempo
che stiamo vivendo
di una chiave dorata.
Attimi....
Dove il respiro si stringe
la pelle si mostra
in un momento sospeso...
Ma son solo attimi
che poi svaniscono
e tutto ritorna assimilato
nel persistente bizzarro
tempo
che stiamo vivendo
GIOCO DI MANI
Carezze leggere
sopra al manto coprente
come morsi
sottili sopra a brividi caldi
strofino il mio
viso sopra al piacere convinto
come soffi
estivi sopra alla vetta velata.
Aliti vaporosi
intrisi dell’impeto vibrante
nel trasporto
totale di un unico corpo
che mischia due
essenze in una solo figura.
Ed ecco il
fragore che esplode da dentro
dell’immenso
sospeso
fra mondi
diversi in un solo lirismo
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